Pubblicati sul sito internet del Dipartimento delle Finanze del MEF gli elenchi per il 2024, aggiornati al 20 ottobre scorso, delle società controllate dalla P.A. tenute all’applicazione dello split payment.
Si tratta di 6 diversi elenchi, che individuano le:
Per ciascun soggetto presente negli elenchi viene indicato il codice fiscale, la denominazione e la data di decorrenza dell’inclusione negli elenchi.
Non sono incluse le Amministrazioni pubbliche, come definite dall’art. 1, co. 2, della Legge 196/2009, comunque tenute all’applicazione dello split payment per le quali è possibile fare riferimento all’elenco (cd. elenco IPA) pubblicato sul sito dell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni (www.indicepa.gov.it).
I soggetti interessati, fatta eccezione per le società quotate nell’indice FTSE MIB, potranno segnalare eventuali mancate o errate inclusioni, fornendo idonea documentazione a supporto ed esclusivamente mediante uno specifico modulo di richiesta.
Si ricorda che lo split payment è stato prorogato fino al 30 giugno 2026 (cfr. la Decisione del Consiglio dell’UE n.1552 del 25 luglio 2023).
Questo meccanismo pone a carico delle Pubbliche Amministrazioni il versamento dell’IVA relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle stesse (cfr. Art.17-ter del D.P.R. 633/1972).
In sostanza, il cedente/prestatore emette fattura nei modi ordinari, mentre la P.A. versa al cedente/prestatore il solo corrispettivo a lui spettante per l’operazione resa, versando invece l’imposta dovuta direttamente all’Erario.
Nell’ottica di eliminare gradualmente questo meccanismo, a decorrere dal 1° luglio 2025, l’Italia si è impegnata ad escludere dall’ambito applicativo dello “split payment” le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate a favore delle società quotate in borsa incluse nell’indice FTSE MIB.
Inoltre, l’Italia è tenuta a presentare, entro il mese di settembre 2024, una relazione relativa all’impatto sui rimborsi IVA nei confronti dei soggetti ai quali si applica la scissione dei pagamenti, comprensiva anche del tempo medio necessario per i rimborsi stessi, nonché della valutazione di efficacia dello “split payment” al fine di ridurre l’evasione fiscale nei settori interessati.
Sul tema, l’ANCE sta proseguendo la propria azione presso le sedi politiche e governative, al fine di ottenere l’eliminazione della misura prima della sua scadenza nel 2026, e nel frattempo, pervenire a meccanismi in grado di ridurre i tempi di rimborso del credito IVA a vantaggio delle imprese.
Ciò anche alla luce di quanto previsto dalla legge delega 111/2023, di riforma del sistema fiscale, che si pone l’obiettivo generarle di accelerare i tempi e le procedure di rimborso dei crediti fiscali.